venerdì 23 dicembre 2016

UN SOGNO NEL GHIACCIO…

PREMESSA:
 sin da quando ero bambina, la neve mi ha sempre suscitato un’impressione di felicità e potevo stare ore a fissare dalla finestra la caduta dei fiocchi piccoli, grossi, a falde, leggeri o pesanti mentre si depositavano con delicatezza su strade, viali e tetti ricoprendo lentamente ogni cosa e conferendo un senso di pace e pulizia, di purezza e perfezione…

Lo stesso sentimento mi è rimasto da adulta e anche se percepisco i problemi e le difficoltà negli spostamenti e nella vita che provocano le nevicate, non posso esimermi dal provare sempre un senso di euforia, di eccitazione…

Neve. Ghiaccio. Galaverna o brina fino alla leggera rugiada primaverile… ne apprezzo in pieno la bellezza…

E così ho voluto provare a muovermi nel mondo del ghiaccio totale e come prima cosa, sono stata in Islanda nell’Inverno di 5 anni fa ed ho ripetuto poi l’esperienza…
Quest’anno tento la Norvegia alla ricerca del ghiaccio e… dell’aurora boreale…

Così cerco sempre libri, anche e soprattutto, di fotografia sul mondo del ghiaccio, del nord e sui sogni che da quel mondo scaturiscono…


Tra questi libri segnalo:

UN SOGNO NEL GHIACCIO”...-Isole a nord: Islanda Faroer Lofoten

Testo di Renzo Rossotti
Prefazione di Francesco Distefano

AUTORI: Raffaele Tomasulo, Renzo Rossotti
PAGINE: 72
CATEGORIA: Geografia Generale. Viaggi
EDITORE: Pintore
ANNO: 2001

Chi non è stato al Nord, non importa in quale stagione, non può capire la passione la malia il fascino la nostalgia che quelle terre emanano: è un qualcosa che ti prende e che ti spinge a ritornare, a riprovare quelle sensazioni splendide di purezza bellezza incontaminata contatto con la natura. E non parlo qui, come dice appunto la Prefazione del libro, del Grande Nord come Artico e Antartico, ma mi riferisco alla fascia intermedia, piu’ o meno sulla linea del Circolo Polare Artico che può essere definita il -Piccolo Nord-. E il libro parla proprio di queste terre, in particolare dell’Islanda, delle Faroer e delle Lofoten.



Riporto queste frasi che mi hanno colpito:

Ghiacciai, laghi, fiumi, cascate geyser, vulcani, soffioni, solfatare, fumarole, piscine naturali d'acqua calda, e poi fiordi, valli con l'esplosione di fiori della breve estate nordica, spiagge di sabbia nera, le ampie distese di cenere e lava dell'interno: deserti freddi che lasciano uno strano malessere, tanto simile al mal d'Africa.
Sono isole sulla via dell'Artico, ricche di scenari sorprendenti e di segreti da scoprire a cui dedicare un meraviglioso viaggio; isole abitate da genti dolci e riservate, con un grande patrimonio culturale e con livelli di vita decisamente avanzati. “




La prima terra che è presentata è l’Islanda, la terra dove in pochi km quadrati la Natura si dispiega in tutto il suo splendore offrendo -un’antologia commovente e stupefacente di quanto sa creare-, dai ruscelli ridotti a piccoli fili d’acqua a cascate come Dettifoss di una potenza primordiale, da laghi dai colori fantastici a vulcani ancora in piena attività con tutto il corredo di geyser, fumarole, fanghi bollenti e borbottanti, piscine naturali di acqua caldissima…

Nella prefazione Distefano ci dice che l’Islanda è un gabbiano che ci vola intorno allo scopo di parlarci e indicarci tutte le bellezze che ci circondano…
L’Islanda parla e parla al cuore di chi sa ascoltare: non è il vocio confuso e scomposto delle spiagge sovraffollate dei nostri mari, è il vento che raggiunge velocità impressionanti, è il tuono prorompente delle cascate, è il mugghio del mare che sbatte con potenza contro le coste, ma è anche il dolce colore di un’alba e il rosso intenso di un tramonto, l’urlio continuo delle sterne artiche preoccupate per i loro nidi…

L’Islanda è il ricordo del passato che fu la Terra e una speranza per il futuro.

E qualcosa di simile, in paesaggi sempre diversi ma che prendono nello stesso modo, si ritrova nelle Faroer, arcipelago disperso tra Islanda e Danimarca, cui appartiene anche se con larghe autonomie e che nessuno conosce tanto da chiederti “Faro chi???”.

Piu’ a nord, vicinissime alle coste frastagliatissime della Norvegia nella zona di Tromso, ecco le Lofoten con spiagge così bianche da far invidia alla Sardegna, con i rorbuer, i capanni dei pescatori in cui ormai è un lusso dormire…

E, per concludere si tratta di:

Una costellazione di isole al nord, dove il mondo si direbbe finire.
Qualche saga racconta, fra giganti, diavoli e streghe, che la storia non finisce qui. Forse comincia.”

Poi seguono le fotografie, un libro nel libro: la rappresentazione attraverso immagini che sono capovalori che ritraggono ciascuna un piccolo mondo che sembra fuori del mondo!

Un posto da visitare e visitare e visitare...per sognare...per provare...per vivere...










giovedì 15 dicembre 2016

TESO, AVVINCENTE, INQUIETANTE...-NOCTURNAL ANIMALS-...


Forte, violento, triste, coinvolgente fin dall'inizio, capace di sorprendere ad ogni sequenza, ricco di tensione...

Visivamente sorprendente, ben recitato e bello da guardare, a tratti sconvolgente, -Animali Notturni -(Nocturnal Animals) sottolinea la distintiva abilità estetica e narrativa dello scrittore-regista Tom Ford. Il film con una storia ispirata al romanzo del 1993 di Auguste Wright -Tony & Susan,è piaciuto moltissimo e già si parla di Nomination agli Oscar 2017  e ai Golden Globe


Chi è allora Tom Ford?



..."Tom Ford è maestro nel dosare glamour e sensualità in creazioni
 che emanano lusso puro."

LA SUA è una storia di successo senza precedenti, grande stilista dal talento poliedrico all'interno della Maison Gucci, ha saputo passare con egual bravura al cinema curando la regia prima di -A single man- ed ora di questo -Nocturnal Animals-, ma la sua dupllice anima si nota sia nello stile che negli abiti di tutti i protagonisti, in particolare di Amy Adams, trasparendo in ogni singola inquadratura lo spirito di chi vive nella moda e per la moda.
Con questo film, Tom Ford si riafferma e consacra regista raffinato, molto attento al ritratto dei vari personaggi, ma anche. grazie alla sua altra professione, con una particolare meticolosità per l'estetica.  Il film si apre in modo particolare. con donne obese ed anziane vestite da majorette, per il resto nude, che ballano al rallentatore, poi ci appaiono stese a terra e si comprende che si tratta di una mostra artistica estemporanea.

La protagonista infatti è una gallerista affermata (Amy Adams) che vive con insoddisfazione la propria vita, che cambia di colpo quando riceve inaspettatamente dall'ex-marito (Jake Gyllenhaal), con cui non è in contatto da molti anni, la stesura di un romanzo appena finito, che, ancor più inaspettatamente, le ha dedicato. L'es, Edward, aveva sempre voluto fare lo scrittore, ma proprio lei lo aveva sempre allontanato dall'idea con quella terribile frase, "Ti ho letto, non sei abbastanza bravo", che ora le si ritorce contro in un'orrenda vendetta, meditata con freddezza nella disperazione in cui era stato lasciato con la carriera di scrittore molto vacillante. Ma proprio il comportamento della moglie, la scelta radicale di lei di andarsene, gli darà la spinta giusta per raccontare se stesso e scrivere un libro che lo consacra vero scrittore e sarà la sua vendetta servita fredda.


 Approfittando di un week-end in cui resta sola, l'attuale marito infatti è partito apparentemente per lavoro - in realtà per tradirla, la donna si dedica al libro, che si intitola "Animali Notturni", proprio come lei veniva definita dall'ex-marito, che la chiamava "animale notturno" per il fatto che non riusciva a dormire di notte.
Colpita e toccata dalle parole del romanzo, Susan ripensa al suo passato e ai momenti piu' intimi del suo matrimonio e comincia a capire che il libro è una ritorsione, una vendetta, il tentativo di risvegliare in lei sentimenti che procedono ormai nel romanzo come nella realtà, verso una resa dei conti definitiva.


 La lettura apre una seconda storia nella storia: si tratta di un thriller violento che la coinvolge e sconvolge fin dalle prime pagine e in cui non fatica a ritrovare nei protagonisti le proiezioni di sé stessa, dell'ex-marito e della famiglia che essa negò di avere, tradendolo e separandosi da lui. Un'allegoria che la lascia, infine, sconvolta come un viaggio nella propria anima tra i propri rimpianti...
 Si tratta insomma di -una storia dentro la storia-, una vera metastoria, un meta-thriller: la prima riguarda una donna, la gallerista, che riceve e poi legge dall'ex marito un manoscritto cui dovrebbe dare la sua opinione, la seconda è quella relativa al libro ricevuto, dall'inquietante titolo -Nocturnal Animals-. che ruota attorno alla figura di un uomo in vacanza con la famiglia, vacanza che si trasforma in orrore.

Quello che piace è proprio questo doppio piano narrativo in cui la lettura di un romanzo lega fantasia e realtà, con un'idea-base vincente. Il regista si dimostra in ogni passaggio veramente abile e capace di non confondere lo spettatore in questi salti continui da un piano all'altro, da una realtà all'altra.

Come prevedibile dal titolo, il film mantiene perlopiù toni freddi e scuri. Le scene principali si svolgono di notte (per es. la protagonista non viene mai inquadrata alla luce del giorno) accentuando il senso di smarrimento e di paura dei personaggi, e trasmettendo una sempre crescente suspense che raggiunge il culmine con la prima parte del romanzo.

Si tratta insomma di un thriller coniugale in cui solo con l’avanzamento della trama si possono scoprire le analogie tra il romanzo e la reale storia dei protagonisti, dapprima innamorati, poi brutalmente divisi.  Vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Venezia 2016,appare come  un inquietante thriller romantico di intimità scioccante e tensione avvincente che esplora i sottili confini tra amore e crudeltà, vendetta e redenzione e il successo è dovuto anche a tutto il cast anche se Amy Adams e Jake Gyllenhaal sono i mattatori indiscussi, Tom Ford i sostanza mette in scena un vero dramma borghese: la storia di Susan si muove attraverso quadri perfetti da cui assistono senza esserene toccati allo sfondo muto della società filtrandola attraverso la loro ricchezza. Gli schemi di questo dramma ci sono e ci sono tutti: la famiglia si oppone al matrimonio con lìuomo sensibile e  povero, il padre è assente e la madre tiene la figlia nei ranghi, il nuovo marito è quadrato e giusto, ma incapace di vero amore...
Come afferma un critico:

"In questo gioco di distorsione continua della realtà, anzi della verità, risiede la bellezza drammatica del film"


Come dice Austin Wright attraverso le parole messe in bocca al suo personaggio, l'ex marito Edward "nessuno scrive mai nient'altro che di se stesso", così il regista in parallelo afferma "noi tutti vediamo le cose attraverso il filtro del nostro essere" e nel libro che Susan riceve, appaiono dettagli ed emozioni del passato della donna.
A descirvere in modo chiaro il film è infine lo stesso Tom Ford con una splendida nota:


“Animali Notturni è una parabola sul venire a patti con le scelte che facciamo nel corso della nostra vita e con le conseguenze che le nostre decisioni possono comportare. In una cultura sempre più fortemente usa e getta in cui tutto, anche i nostri rapporti, può essere facilmente buttato via,  questa è una storia di lealtà, dedizione e amore. E’ una storia che parla dell’isolamento che tutti sentiamo e dell’importanza di valorizzare i legami personali che ci sostengono nella vita”.








lunedì 12 dicembre 2016

VERSO UN'IMMENSA GIOIA O...VERSO UN IMMENSO DOLORE?

TED CHIANG -STORIE DELLA TUA VITA-





A premessa, devo precisare 2 cose:

-non ho cercato volutamente questo libro, nel senso che non avevo mai sentito parlare né dell’ autore né sentito il titolo
e

-non amo libri o antologie di racconti, ma preferisco i romanzi interi.

E allora?

Allora… ecco come sono andate le cose…

Durante una conversazione telefonica (lunga!) con mio figlio che vive in Uk e perciò vede i film in uscita molto (molto!) prima di me, mi racconta di aver visto un film di fantascienza che gli è veramente piaciuto, me lo riassume brevemente e mi dice di aver letto che è ispirato ad un libro di Ted Chiang… “Storie della tua vita”.

Detto fatto, lo cerco in Internet, lo scarico sul mio fido ereader e… comincio a leggerlo.. con l’amara sorpresa di trovarmi davanti ad una serie di racconti, cosa che, come ho anticipato, non gradisco… eppure dopo le prime pagine,...ecco le seconde e poi avanti... non mi son potuta fermare!

E sono andata ben oltre la lettura del racconto relativo al film “Arrival”!

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CHI E’ TED CHIANG…

Ted Chiang, classe 1967, è uno scrittore statunitense di narrativa fantastico-fantascientifica con laurea in Informatica, vive vicino a Seattle dove lavora come scrittore tecnico per un’industria di software e questa sua particolare formazione si sente e come nei suoi libri sia per gli argomenti sia per il modo di esporre.

Non scrive molto eppure ha già vinto diversi premi e premi non indifferenti come per es. il Premio John W. Campbell per miglior nuovo scrittore del 1992, un Premio Nebula (proprio per il racconto Torre di Babilonia contenuto nel libro di cui sopra) e un Theodore Sturgeon Memorial Award per Storie della tua vita .

Ted Chiang è un autore poco conosciuto, o meglio conosciuto solo ai cultori di certe riviste estremamente specialistiche e che sia un autore molto particolare, lo dimostrano anche gli argomenti di fondo delle sue opere: robot mossi dal nome santo come golem, torri che sfidano Dio, robot capaci di autoriprodursi, il valore dei numeri e soprattutto dello 0, conoscenza lineare di passato presente e futuro…

Quella di Chiang non è la fantascienza spettacolare di alieni e ufo, di invasioni planetarie e guerre immani che funzionano così bene spingendosi fuori dalla pagina scritta per passare alla versione cinematografica. Quella di Chiang è una fantascienza che sconfina molto nella filosofia, nella teologia e addirittura nella gnoseologia...e si manifesta come una scrittura piuttosto difficile e che...fa pensare...e molto.

IL LIBRO: STORIE DELLA TUA VITA. In originale, Stories of your life and others.
Si tratta di una raccolta di 8 racconti, le prime opere pluripremiate dello scrittore con al fondo un ancora inedito -Il piacere di ciò che vedi: un documentario-.

I racconti sono i seguenti:

1-Torre di Babilonia
2- Capire
3- Divisione per 0
4- Storia della tua vita
5- 72 lettere
6- L’evoluzione della scienza umana
7- L’inferno è assenza di Dio
8- Il piacere di ciò che vedi: un documentario.

Mi ha colpito particolarmente il primo “Torre di Babilonia” che ha come ispirazione la Bibbia nella versione cristiana, ma anche ebraica oltre ad un quadro celeberrimo di Magritte -Castello dei Pirenei- per giungere ad una narrazione veramente originale…



Il suo motto potrebbe essere la frase di stupore di Hillalum, il minatore protagonista:

"Andare in su per scavare. Sembra... innaturale".

Vi si descrive questa torre come una cosa inimmaginabile, una costruzione che impiegò non una generazione, ma diverse generazioni fino ai nonni dei nonni per elevarsi sempre piu’ fino ai cieli ed oltre i cieli normalmente conosciuti. Due strade si avvolgevano a spirale intorno alla torre: carri salivano portando legna, legna che sarebbe servita per surriscaldare e sfondare la pietra della volta del cielo e strumenti per i muratori che instancabili salivano per mesi e mesi fino a raggiungere la vetta della costruzione.
Dall’altra parte scendevano in carovana i carri vuoti pronti a risalire in fila ininterrotta carichi di vettovaglie e di tutto ciò che sarebbe servito alla miriade di lavoratori che vivevano dentro la torre e che nella parte piu’ alta, là erano nati e là sarebbero morti senza mai scendere sulla terra. Ma Hillalum era destinato a scoprire cosa c’era lassu’ dopo aver scavato, scavato, scavato…

Il racconto -Storia della tua vita- che dà il titolo alla raccolta è quello ispiratore del film Arrival in uscita ora in Uk: improvvisamente in varie parti della Terra compaiono navi spaziali e in corrispondenza, sul terreno degli strani “cosi” che poi si rivelano degli specchi trasmettitori. Nessuno sa come siano gli alieni, nessuno sa cosa vogliano...poi improvvisamente gli specchi si illuminano e mostrano i -nuovi arrivati-.
Eptapodi...7 arti ma difficile dire dove un davanti e dove un dietro…
Subito i Governi Mondiali si scatenano e convocano scienziati da tutte le migliori università, in particolari linguisti e in particolare una linguista, ritenuta la migliore della Terra e sarà lei che racconterà la storia che in realtà sarà la storia del suo passato e del suo futuro.
Il racconto fatto in prima persona dalla dottoressa Louise Bancks, vede alternarsi lei madre e lei celebre linguista, perché sarà proprio la seconda, la linguista che le permetterà di essere,vedersi madre e sapere dove sta andando.
In questa nuova dimensione fuori dalle dimensioni, la dottoressa vive il passato, ha già vissuto il presente e soprattutto ricorda il futuro… e non può far nulla per cambiare l’una o l’altra delle cose che fa o che sa...


Nell’ultimo racconto-non racconto, in quanto si tratta di piccole esposizioni in prima persona per fingere un documentario, Chiang propone e inventa addirittura una parola, calliagnosia. Si tratta cioè di un intervento- manipolazione chimica del cervello in modo che si possano valutare le cose, le persone e i fatti, tutto insomma, senza essere -distratti- dalla bellezza che spesso ci fuorvia e non ci lascia comprendere la realtà nella sua essenza.
Si sviluppa così partendo da ristretti ambiti religiosi, un movimento che crea scuole e università e sono gli studenti delle stesse sottoposti all’esperimento per volontà dei genitori, cioè cavie involontarie, che raccontano la loro esperienza, le loro scelte di abbandonare la cosa una volta raggiunta la maturità e di ritornarvi per qualcuno che non riesce piu’ a sopportare di essere giudicato in base alla bellezza e soprattutto di giudicare se stesso allo specchio con tanta spietatezza.

Il libro è da considerarsi un vero gioiellino, un insieme di racconti eccentrici, fantastici, fantascientifici ricchi anche d’ironia e assurdo che ti costringono alla lettura per vedere quale soluzione geniale abbia trovato questo informatico scrittore.

In una riflessione piu’ attenta, si vede che il leitmotive del libro è il -linguaggio-: nel primo Hillalum e gli altri minatori cercano un messaggio di Dio per sapere se il loro lavoro sia destinato o no alla distruzione, in un altro la sfida è la decifrazione senza stele di Rosetta del linguaggio usato da alieni misteriosi, in un altro il valore del linguaggio matematico e nell’ultimo il linguaggio che ci permea in ogni azione, cioè quello della bellezza.

Il capolavoro che ha portato al Premio Nebula e al film Arrival rimane “Storia della tua vita” dove la linguista mentre cerca di scoprire il linguaggio con cui gli eptapodi comunicano con noi, modifica anche il linguaggio con cui legge la realtà, scoprendo di saper vedere nello stesso tempo su una linea di contemporaneità passato presente e futuro, cosa che le permette di procedere sapendo che ogni sua scelta è come una linea di luce che tende all’obiettivo nel modo piu’ veloce, e il suo scopo ultimo sarà quello di essere in un freddo obitorio davanti al cadavere della figlia 25enne, quella stessa figlia che ancora deve nascere e a cui lei che ormai ha vissuto tutto ma deve ancora viverlo, sta raccontando la sua (della figlia) storia.

Informatore e scrittore, amante della linguistica, della matematica e dei dubbi, Chiang è un autore anomalo, che scrive col contagocce privilegiando la qualità alla quantità.

Ed ecco infine alcune citazioni chiave:

-Ma occasionalmente ho qualche visione del vero mondo dell’Eptapode B, e percepisco il passato e il futuro come un tutt’uno; la mia coscienza diventa una brace di cinquant’anni che brucia fuori dal tempo. Durante queste visioni percepisco simultaneamente tutto questo periodo. Abbraccia il resto della mia vita, e la tua per intero. -

e


-Fin dal principio conoscevo la mia destinazione, e scelgo la mia strada di conseguenza. Ma sto andando verso un’immensa gioia, o verso un immenso dolore? Raggiungerò un minimo o un massimo? -


mercoledì 7 dicembre 2016

UN SECONDO GIOIELLO... "Se negli occhi di un gatto... Ritorno a Owl Cottage" di Dennis O' Connor


  TITOLO ORIGINALE: Paw Tracks at Owl Cottage
De Agostini, 2013

ISBN 8841885769, 9788841885765

Lunghezza 239 pagine
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-Osservare un gatto è un po' come assistere alla realizzazione di un' opera d'arte.- 

(Oliver Herford 1863-1935 scrittore angloamericano)

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Dopo avere letto e goduto pienamente della bellezza di "Il gatto che aggiustava i cuori " di Rachel Wells, sulla scorta dell'affetto che provo per la mia Silk, che ormai ha 13 mesi e mi accompagna sempre con la sua dolce presenza, ho cercato in internet altri racconti di gatti ed ecco...mi sono imbattuta in un altro (come ho definito il libro di cui sopra),  non-piccolo gioiello.

Il libro è  Paw Tracks at Owl Cottage, tradotto in italiano come "Se negli occhi di un gatto... Ritorno a Owl Cottage": solo in corso di lettura, mi sono accorta che  era il secondo  dello stesso autore e continuava la storia dei suoi gatti, ma per fortuna i due possono anche essere letti separatamente.

Insomma, Dennis O' Connor racconta una storia autobiografica: dopo avere lavorato per tutta una vita in qualità di psicologo e docente della materia in varie Università, al momento di andare in pensione decide  con la moglie di trasferirsi dalla città alla campagna per ritornare nel suo Northumberland,  Quando i 2 vengono a sapere che il cottage dove Dennis era cresciuto, lo Owl Cottage è  in vendita, subito vanno a vederlo e lo acquistano.

Il cottage non è in buone condizioni, ma la scelta è irrevocabile perchè, se è vero che lì era morto il suo carissimo gatto Toby Jug con cui aveva condiviso tante vicende, felici e non, è anche vero che quei ricordi  gli riempiono ancora il cuore e riviverli, non può che fargli bene,

Dopo il trasloco e il trasferimento definitivo, Dennis e la moglie decidono che è venuto il momento di scegliere il loro nuovo compagno e la scelta va senz'ombra di dubbio ad un gatto della razza di Toby, la Maine Coon.

Dico la verità, amo i gatti, ma non sono una patita di allevamenti e razze per cui questo nome non mi diceva niente; così, leggendo il libro oltre alla storia della razza qui raccontata, ho fatto una ricerca online.

Le leggende sull'origine della Maine Coon si sprecano: si parla addirittura di un incrocio gatto-procione (come viene soprannominato in Usa), c'è chi lo fa discendere dai gatti norvegesi dei Vichinghi... si sa solo che questa razza si diffuse in America, proprio nella zona del Maine da cui prende il nome, intorno al 1861, gli venne poi preferito il persiano per essere riscoperto come razza intorno al 1975 e in Italia arrivò addirittura  nell'85.


La voce piu' accertata sembra però quella raccontata dallo stesso O' Connor nel libro: fu una razza creata dalla regina Maria Antonietta di Francia come gatto di compagnia, chiedendo ai suoi esperti di far accoppiare il gatto norvegese con (probabilmente) i suoi gatti d'angora.
Allo scoppio della Rivoluzione, Maria Antonietta, piu' spaventata per i suoi gatti che per se stessa, li fece subito partire per gli Usa, sperando di seguirli a breve, ma nella fuga tutti sanno che fu arrestata, processata e poi ghigliottinata.

I gatti poi si svilupparono e presero proprio il loro nome in Usa: Maine Coon, facendo riferimento  ad una delle leggende sull'origine in quanto coon significa procione.

I Maine Coon sono gatti imponenti, con pelo semilungo, ed una lunga e foltissima coda che avvolgono su di sè quando dormono per proteggersi dal freddo cui sanno adattarsi molto bene.
Sono attivi, intelligenti e curiosi, adatti alla compagnia anche di bambini e anziani in quanto sono pazienti e non graffiano quasi mai, abituati sia alla vita di casa che in esterno, molto robusti e resistenti al freddo, con spiccata tendenza al gioco e... alla caccia...

Così Dennis e la moglie trovano un allevamento di fiducia e prenotano un micino maine coon ed arriva Pablo che rimarrà con loro per moltissimi anni; di buon carattere, ama  stare coi padroni, ma anche vagare da solo di notte, felice quando il padrone dopo un personale addestramento notturno lo lascia partire da solo per le sue spedizioni.
Dennis lo guida all'inizio per i sentieri e i boschi intorno al cottage, munito di pila e bastone, ma una notte l'uscita rischia di farli morire tutte e due perchè sono quasi colpiti da uno sparo di qualcuno (non si sa chi) che va a caccia di notte e sentito il loro rumore, li ha scambiati... per un'ottima preda.

Quando Dennis per trovare consolazione e scoprire il colpevole, racconta tutto al pub del paese, tante sono le risate  e le prese in giro e alla fine dopo essersi preso la colpa per girare di notte senza scopo, capisce che Pablo (e soprattutto lui) sarebbe stato piu' sicuro a fare da solo le sue escursioni.


E' ormai giunto il momento di affrontare un altro cuccioletto ed eccoli di nuovo all'allevamento per Carlos: il gattino una volta arrivato al cottage, si rivela affettuosissimo, ma dotato di 7 spiriti, di un'energia terrificante e di una voglia di saltare grattare graffiare dappertutto che mette a dura prova i due padroni.

E'  Dennis a prendersi l'incarico (attingendo alla sua vecchia esperienza di psicologo) di educarlo: per esempio, lo abitua a pettorina e collare e con lui si mette a fare lunghissime passeggiate ed escursioni che prima in auto e poi a piedi, li portano molto lontano, addirittura a Lindisfarne, dove c'era stato il primo attacco dei Vichinghi.

 Spiagge, boschi, castelli e montagne della zona sono le loro mete, ma ancora una volta Dennis si prende un bello spavento quando in una camminata sul Cheviot, non vede il maltempo in arrivo con nebbia e scrosci di pioggia alle sue spalle (e si sa la mutevolezza del clima atlantico) e lui e il micino si perdono. Bagnati, fradici e spaventati, ormai al buio, finalmente vedono in lontananza dei fari e seguendo quella luce, riescono a ritornare alla strada e all'auto. Ma da allora in poi riducono un po' i chilometri e la durata dei loro viaggi! Poco per volta, Carlos si calma e diventa un bellissimo gattone affettuosissimo in particolare con Dennis.

Indimenticabile l'episodio in cui Pablo non ritorna; per giorni e giorni, Dennis e la moglie lo aspettano al mattino credendo che semplicemente possa aver avuto un contrattempo o sia rimasto rinchiuso da qualche parte, ma sembra che di lui non ci sia piu' segno,  nè vivo nè morto!

 Dennis è sconvolto e così la moglie: lo hanno cercato ovunque e alla fine, Dennis, arrivato quasi alla superstizione, si ricorda di un particolare che un amico gli aveva raccontato su un'abitudine che gli zingari della zona avevano: quando qualcuno non tornava, bisognava accendere una candela e metterla alla finestra per 3 notti consecutive e il ritorno (salvo casi sfortunati) sarebbe avvenuto, come se misteriosamente  l'atteso fosse attratto dalla sua casa.

Dennis fa questo e ancora per 3 notti,  con Carlos fiducioso e consapevole vicino a lui...sta in poltrona nella veranda ad attendere l'arrivo di Pablo. Poi il terzo mattino, la candela si spegne e ... poco dopo, Carlos salta in piedi agitatissmo ed eccolo...fuori dalla porta...malandato arruffato sporco e dimagrito, Pablo, felicissimo, ritornato alla sua casa tra la gioia di tutti!
 Probabilmente era rimasto chiuso da qualche parte, forse nella casa di qualcuno che era partito per giorni e solo al loro arrivo, era potuto partire.

Scelto il terzo micino, Luis, questi non fa in tempo a conoscere il vivace affettuoso intellligente Carlos: ritornati a casa, una vicina chiama Dennis e la moglie perchè ha trovato morto un micione e teme sia il loro. I due si precipitano e vedono Carlos morto  e raccolto dalla strada, probabilmente investito: la scena in cui i due scavano la buca nel giardino e lo seppelliscono, la notte in cui Dennis decide di vegliare la piccola tomba in ginocchio per non lasciare solo il suo amico fino al sopraggiungere della luce, è commovente e splendida, una pagina di alta umanità!


Dopo Luis, i due decidono di scegliere ancora un Maine Coon ed ecco, in arrivo, Max dignitoso e serio come un aristocratico, ma il micino nato in una coppia gemellare, subisce un vero choc quando lui e il fratello vengono separati e arrivato nella nuova casa, incontra seri problemi di salute: addirittura sembra sul punto di morire mentre nessun  veterinario riesce a scoprire la malattia in questione.

 Semplicemente Max soffre e Dennis si sente in grande colpa perchè lui, psicologo da una vita, non aveva capito quello che aveva causato al micio...si ricorda ora, ripensandoci, il terrore comparso negli occhi del micino quando aveva alzato Max strappandolo dall'abbraccio di un altro piccolo gomitolo di pelo, il suo gemellino. E' solo l'affetto intenso di Dennis e della moglie, la cura degli altri due  gatti che a poco a poco fanno riprendere Max che però rimane fedelissimo innamoratissimo e vicinissimo alla moglie, ma un po' piu' diffidente verso Dennis.

 Lui era stato il -colpevole- della separazione e gli ci vogliono ben 2 anni di coccole, di carezze, di bocconcini, di rispetto per ottenere la confidenza di Max: poi, un giorno buttato per terra senza accorgesene un pezzo di carta arrotolata, Dennis se lo vede riportare....Max lo vuole come compagno di giochi e la gioia di Dennis è infinita!

Finalmente,... ma ce n'è voluta!

Due persone, 4 -ragazzi-, un cottage nel dolce Northumberland...un nido d'amore d'affetto e di tranquillità... un idillio...

Un libro per chi ama i gatti e per chi sa godere della loro pace ed imparare da loro come si può godere della semplicità della vita della vicinanza dei propri cari senza sopraffazione ma con dolcezza delicatezza e rispetto!

Si dice che i gatti siano filosofi, ma sono soprattutto creature splendide che hanno imparato a vivere in pace e a godere della casa, ma anche e soprattutto dei loro -umani-,

Nel libro ci sono pagine intense di amore di dolore di affetto di una vita che nella tranquillità della campagna inglese rifugge dalle volgarità e dai rumori, cercando la pace con la natura.   Da leggere e godere, assolutamente: adatto a tutti... soprattutto ai -duri di cuore-...

Il titolo, quello italiano ma non quello originale, fa giustamente riferimento agli occhi del gatto: essi, come nell'uomo sono il riflesso dell'anima e riflettono e manifestano i sentimenti e la percezione di ambiente e persone che i gatti hanno.  Basta osservarli quando si svegliano all'improvviso per un rumore, puntano le orecchie e spalancano gli occhi, di solito socchiusi, evidenziando 2 macchie nere come se volessero scannerizzare i dintorni e scoprire ciò che non va...


-Gli occhi di un gatto sono finestre che ci permettono di vedere dentro un altro mondo.-
(DA una leggenda irlandese)

E per finire...

-Come quelle enormi sfingi distese per l'eternità in nobile posa nel deserto sabbioso, essi scrutano il nulla 
senza curiosità, 
calmi e saggi. -
                                                                (Charles Baudelaire)


venerdì 2 dicembre 2016

ALIENI...FINALMENTE???

THE ARRIVAL 1996
FILM sifi



Stavo girando su internet e in particolare su You Tube per vedere il trailer di Arrival, un film appena uscito in Uk di SIFI di cui mi ha parlato molto bene mio figlio che vive là, quando mi sono imbattuta in un altro film del 1996 col titolo quasi simile, precisamente “The arrival” e mi sono ricordata di averlo già visto.

Arrival è un recentissimo film di fantascienza che, come fa presupporre il titolo, parla dell’arrivo degli alieni e The arrival, guarda caso, affronta lo stesso preciso argomento…

Il film del 1996 è THE ARRIVAL

regista: David Twohy

Attori: Charlie Sheen. Ron Silver,Teri Polo, Lindsay Crouse, Richard Schiff.

Durata: 120 m
Produzione: Usa-Messico- 1996

La vicenda ha come sfondo il Progetto NASA detto S.E.T.I. cioè Search for ExtraTerrestrial Intelligence (Ricerca di Intelligenza Extraterrestre) che ha come scopo la ricerca di eventuali segnali intelligenti dallo spazio ed egualmente invio di messaggi allo scopo di contattare eventuali intelligenze lontane o vicine, progettato intorno al 1960 e partito nel 1974.

All’inizio le speranze degli astronomi erano altissime e si attendevano prima o poi, piuttosto prima a dir il vero, dei segnali intelligenti.



Così il film del 1996 ha come punto di partenza proprio uno degli osservatori astronomici del Progetto SETI… e il protagonista principale è Zane Zilinski (C. Sheen), un radioastronomo la cui massima aspirazione è quella di ricevere un segnale, quel segnale…!

Una notte, proveniente da una stella, Wolf336, arriva un !qualcosa! che lancia un picco negli strumenti di ricezione e lui insieme ad un suo collega, mettendo in pratica tutti i protocolli di controllo, capisce subito che si tratta di un segnale voluto intelligente...che però si spegne dopo soli 42 sec.
I 2 sono fuori di sé dalla gioia e lanciano (visto che la stella si chiama Wolf:lupo) veri e propri ululati di felicità!
Ma non pensavano che quello sarebbe stato l’inizio di un incubo!!!



Zane parte in quarta e avvisa il suo superiore, ma la cosa dà il via a un insieme di fatti sconcertanti, non ultimo la morte (Fatta passare per suicidio) del suo collega e il suo improvviso e immotivato...licenziamento (col pretesto di taglio dei fondi) oltre alla misteriosa sparizione del nastro registrato.

Zane rimane allibito, ma non si dà per vinto e trovato lavoro come antennista, continua ad indagare e soprattutto cerca di scoprire tutto quello che può sull’osservatorio e si tutto ciò che sembra accadergli intorno,

Con metodi artigianali ma efficaci, Zane riesce nuovamente a captare il segnale, ma sorpresa delle sorprese, questa volta esso arriva da molto vicino, da un villaggio in Messico: qui conosce una scienziata, un’agronoma che sta studiando gli effetti sulle piante delle mutazioni climatiche.

I 2 cominciano ad indagare e si viene a scoprire che esiste una base aliena e che gli alieni riescono tramite una macchina a mutare trasformandosi in terrestri: lo scopo è quello di costruire stazioni altamente inquinanti, capaci di emettere gas nell’atmosfera surriscandandola…


Zane e Ilana vengono scoperti. Zane fugge e cerca di far intervenire la polizia, ma gli alieni riescono a far credere che Egli sia un assassino e che abbia ucciso proprio Ilana.
Il complotto ormai è chiaro nella testa di Zane; lo scopo è quello di mutare il clima in modo da renderlo favorevole alla loro razza, in sostanza questo è l’anticamera di un’invasione in grande stile in cui l’Umanità non avrà piu’ speranze!
Zane ora cerca di rientrare negli USA e con l’aiuto di amici vorrebbe penetrare in un osservatorio e tramite un ripetitore ritrasmettere il segnale ascoltato in modo da rivelare il piano…

Il film è appassionante e alla sua uscita ha avuto un buon successo non solo del pubblico ma anche della critica. So che è uscito nel 1998 il sequel, ma io non l’ho visto anche se mi farebbe piacere veramente.

Il tema è appassionante e mi ricorda la frase che spesso Artur Clarke, il grande scrittore di Fantascienza di “2001 Odissea nello Spazio” era solito ripetere:

Esistono due possibilità:
o che siamo soli nell'Universo o che non lo siamo.
Sono entrambe ugualmente terrificanti.

Dal 1996 ad oggi sono passati 20 anni e in questo periodo gli scienziati sono passati da una generale euforia nei confronti della possibilità dell’esistenza degli alieni (fase di grandi messaggi mandati a piu’ riprese nello spazio) ad un limitato e doveroso o addirittura esagerato pessimismo. Oggi il parere può essere riassunto in queste posizioni:

-se siamo soli, è inutile sprecare tempo e soldi nel mandare messaggi
- se non siamo soli, gli alieni dovrebbero essere (ormai è accertato) in zone così lontane della nostra Galassia o addirittura al di fuori di essa che il senso del messaggio perderebbe significato.
Terza possibilità, potrebbero essere “con cattive intenzioni”, per cui… meglio non toccare il can che dorme…!

Lo stesso Hawling il famoso scienziato inglese, avverte che sarebbe meglio prudenza,...prudenza e ancora prudenza!

Un recente documentario su questo tema dello stesso Hawking si conclude in modo molto inquietante: ecco le parole…


"Se gli extraterrestri verrano a visitarci,
potrebbero essere come Cristoforo Colombo in America,
Cosa che non fu molto positiva per i nativi americani"






martedì 29 novembre 2016

I ROMANZI DELL'INQUIETUDINE SVEDESE: -I cani di Riga-

Titolo originale: Hundarna i Riga

Autore: Henning Mankell
1ª ed. originale 1992
1ª ed. italiana 2002

Genere romanzo
Sottogenere giallo
Lingua originale svedese

Serie Le inchieste del commissario Wallander
Preceduto da Assassino senza volto
Seguito da La leonessa biancA
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Ystad in Scania e Riga, la capitale della Lettonia, sono le città che fanno da location a questo giallo, il secondo della saga del Commissario Kurt Wallander, che si svolge nel 1991, appena dopo il raggiungimento dell'indipendenza da parte della Lettonia e delle altre Repubbliche Baltiche, Lituania ed Estonia dall'URSS, in dissolvimento proprio in quegli anni.


Nel Mar Baltico al largo di Ystad in un plumbeo mattino invernale un peschereccio  trova alla deriva un gommone con 2 cadaveri e all'esame la polizia capisce che non si tratta di svedesi, ma di gente proveniente dai paesi al di là del Baltico, probabilmente dalla Lettonia.

Dopo avere scoperta l'identità dei 2, le connivenze e le complicazioni internazionali spaventano sia la polizia svedese che quella lettone e il maggiore Karlis Liepa viene inviato a Ystad per la collaborazione, possibile ora che la Lettonia non è piu' parte della Russia.


Dopo che Karlis ritorna a Riga, le cose sembrano prendere una brutta piega perchè l'uomo viene trovato morto e Wallander deve partire per Riga allo scopo di mettersi a disposizione della polizia lettone e scoprire gli assassini che, a questo punto, sembrano far parte della malavita internazionale,
Wallander capisce subito che le cose sono molto piu' complesse di quel che sembra perchè la polizia lettone non sa nulla (o almeno così dice) di ciò che Karlis poteva aver scoperto a Ystad, mentre la moglie del commissario morto lo contatta segretamente per dirgli che il marito probabilmente è vittima di gente corrotta della polizia oltre che della mafia.

Invitato a ritornare a Ystad perchè il caso -è concluso- (viene arrestato un giornalista amico di Karlis, per mettere a tacere ogni cosa), Wallander riceve una telefonata da Baiba, la moglie del commissario che gli chiede di tornare perchè adesso è lei in pericolo! Walander ritorna a Riga in forma non ufficiale e qui cominciamo le vere avventure perchè dei 2 poliziotti con cui ha avuto rapporti, non riesce piu' a capire se sono collusi o onesti e comunque, quale dei due sia la persona di cui potersi fidare. Lo stesso Wallander alla fine si scopre in pericolo in quanto tutti credono che i documenti rivelatori scoperti da Karlis, siano nelle sue mani, ma lui non  capisce a cosa si riferiscano.

Per scoprire qualcosa, grazie ad alcuni amici di Karlis riesce addirittura ad introdursi nei vecchi archivi della polizia russa e scopre qui alcuni indizi.

Riga è uscita dall'incubo comunista, ma il suo fantasma continua ad allungare le mani e molti dei vecchi meccanismi sono duri a morire: in altre parole, la Lettonia è repubblica, ma non è ancora repubblica e difetta soprattutto nella trasparenza.


Giallo notevole, romanzo poliziesco, d'amore (tra Wallander e Baiba comincia a svilupparsi una storia che si dipanerà tra Svezia e Lettonia per anni, fino alla prematura morte della donna narrata in modo struggente), ma anche romanzo storico perchè il libro ci racconta molto bene l'atmosfera degli anni appena successivi alla caduta del muro di Berlino.

Per chi ha vissuto quegli anni da spettatore esterno ma consapevole, è come rituffarsi in un recente passato, quel passato che ha sconvolto l'Europa e ne ha determinato l'attuale fisionomia; per i giovani il tutto diventa un tuffo nella storia che certo non conosce anche se ne ha qua e là sentito parlare.
Dal romanzo, particolarmente attraverso il viaggio di Wallander, traspare tutto il disordine, l'incertezza, la confusione, le aspettative di quel periodo veramente euforico e pieno di fermenti ma anche di pericoli e di residui duri a morire.

In questo contesto, viene da chiedersi chi siano i - cani di Riga-.

Essi sono i funzionari passati in automatico nei fatti ma non nella mentalità, dal KGB alle strutture democratiche, comportandosi però con la stessa ottusa e incondizionata sfrontatezza, dissolutezza e perversione insensibile ai diritti dell'uomo. Il punto focale in sostanza non sono i 2 cadaveri di inizio romanzo, ma perchè dove come e quando viene assassinato Karlis, evidentemente conscio di aver scoperto qualcosa di troppo grosso e finito in una vera trappola tramite una telefonata notturna.

Wallander ancora una vollta dimostra quello che è, un uomo onesto ancor prima che poliziotto. Avrebbe potuto 50 volte lasciar perder, anzi era già ritornato nella sua Svezia, così  limpida e chiara nella sua Ystad, eppure non ha un attimo di indugio,  ritorna a Riga, questa volta in incognito, quando viene chiamato e non esista ad affrontare quello che sa essere il potere ancora terribile della vecchia polizia segreta.

Riga, oggi aperta e splendida capitale baltica con Vilnius e Talllin, regno del liberty, si mostra qui nella terribile fase di transizione: cupa, confusa, fredda, disordinata, pericolosa!


I 2 ambigui colonnelli con cui Wallander ha a che fare rappresentano bene questo momento: il dubbio è costante, chi l'onesto, chi il corrotto, ricordando che ciò che sembra, non è...

Lettura avvincente da 10 con un ottimo intreccio abbastanza complesso e un finale non scontato, ma chiaro,
Ottima anche la trasposizione televisiva con Wallander interpretato da Kenneth Branagh.

« Il concetto di giustizia non significa solo che le persone che commettono reati vengano condannate. Significa anche non arrendersi mai. »
 (da "L'assassino senza volto")

lunedì 28 novembre 2016

SCANIA... A DREAM...

SCANIA... SKANE...

Partendo da Copenhagen e attraversando il ponte di Oresund sullo stretto del Kattegat, in pochi minuti ti ritrovi, senza accorgertene, visto che non ci sono piu' controlli di confine, in Svezia, nella sua regione piu' meridionale, la Scania o Skane con capoluogo Malmo il cui bellissimo grattacielo a vortice, il Turning Torso, di Calatrava si vede scendendo in aereo a Kastrup, l'aeroporto di Copenhagen.

Dopo il ponte, nel mio tour abbiamo svoltato a sinistra verso nord, per raggiungere il piccolo porto di Landskrona e visitare l'isola di Ven, l'isola del grande astronomo Tycho Brahe: se avessimo svoltato a destra, avremmo raggiunto sulla costa del Baltico, Ystad...la città dell'Ispettore Kurt Wallander dei celeberrimi romanzi del grande giallista svedese Henning Mankell.

Da questo incrocio, tra un passaggio e una letttura che amo, nasce la mia curiosità per la Scania...

La regione è certo uno dei centri culturali, se non il piu' importante, della Svezia con Lund, con la sua antica e importantissima università, attiva dal 1666 in ottima posizione  per i contatti sia col nord della Svezia, sia con la Norvegia, sia col sud cioè la Danimarca.

Tutta la Scania fu popolata fin dall'Età del Bronzo e pare che, secondo gli ultimi ritrovamenti, sia stata la patria del popolo dei Longobardi, che da qui partirono per la loro grande discesa verso il sud...e anche l'Italia dove costruirono un grande ed esteso regno con capitale Pavia.

Tutti sanno che cos'è un patchwork, letteralmente -lavoro a puzzle-, come una coperta fatta con tanti pezzi di tessuti diversi e di diversi colori: così la Scania è un vero patchworck perchè non ha un aspetto uniforme, ma molto vario.

Campi coltivati e laghi, foreste e castelli (quasi 300), giardini e chiese medievali, paesini, villaggi, città e borghi di pescatori...




Coste rocciose nel nordovest, spiagge sabbiose nel sud, boschi, dolci colline e frutteti...una miriade di campi da golf (piu' di 70 aperti tutto l'anno per il clima mite)...




La lingua naturalmente è lo svedese, ma con un accento particolare e lo scanese moderno è (come dicono sul posto) un danese messo in bocca ad uno svedese.

Tra Malmo e la Norvegia si trova Landskrona da cui, come ho detto, parte il traghetto per l'isoletta di Ven: 4 macchine in croce e una miriade di biciclette, sì perchè Ven è uno dei centri del turismo verde nel senso che vengono favoriti i trasporti non inquinanti come la bicicletta.



 Ven è famosa anche perchè qui si trovano ancora i resti del palazzo e dell'osservatorio astronomico eretto da Tycho  Brahe che ne prese il possesso dal 1576 al 1596: Tycho fu un grande, anzi grandissimo astronomo danese vissuto tra il 1546 e il 1601, che diventò proprietario dell'isola in seguito ad una donazione del re Federico II  di Danimarca e Norvegia per saldare il suo debito con lo zio dello stesso.

 Sull'isola Tycho costruì il suo palazzo-osservatorio che diventò uno dei primi centri euorpei di ricerca astronomica. Egli amava circondarsi di studenti ed esperti e  mandava avanti il tutto con un budget altissimo: fu il maestro di Keplero, certo il suo studente piu' famoso.

Durante gli anni di studio, Tycho aveva perso metà del setto nasale in un duello, per cui per tutta la vita portò una piastra protettiva in argento (o forse rame) che lo rendeva riconoscibilissimo.



Studiò la comparsa di una nuova stella nella costellazione di Cassiopea, coniando il termine Stella Nova (oggi supernova) e osservò anche le comete nei passaggi del 1577 e 1585. In seguito a contrasti col nuovo re, Brahe abbandonò Ven per trasferirsi a Praga, dove si mise al servizio come astronomo e anche astrologo di Rodolfo II d'Asburgo, Imperatore Del Sacro Romano Impero che in quella città aveva trasferito la sua capitale.

Meta d'obbligo nel ritorno verso sud, una fermata a Malmo che con i suoi 320.000 abitanti circa,  è la terza città della Svezia e uno dei suoi porti piu' importanti nel collegamento con la Danimarca. Se Malmo è d'obbligo, lo è ancora di piu' dirigersi subito verso l'edificio simbolo della città, lo splendido grattacielo Turning Torso, che come dice il nome stesso -si avvita- intorno al proprio asse.

Vederlo da lontano è bello, ma un'emozione particolare è fermarsi ai suoi piedi (vista anche la grande accessibilità persino in auto), alzare gli occhi e con calma girarci attorno apprezzando la meraviglia la leggerezza l'armonia creata da Calatrava nel suo particolare stile neofuturista. teso a creare qualcosa do vibrante e vivo...

Inaugurato nel 2005, è alto 190 m con 54 piani, uso residenziale.
Acciaio, vetro, cemento armato per la struttura, alluminio  e cristallo per i rivestimenti, si tratta di 9 cubi rotatori ciascuno di 5 piani,,, una meraviglia!

E  naturalmente, Scania vuol dire Ystad e Ystad vuol dire Wallander!



Ystad è una cittadina nel sud della Scania, per la precisione sul Mar Baltico e da lì partono i traghetti sia per la Germania che per la Finlandia e la Lettonia sull'altra riva del mare.

La notorietà di Mankell e la fama del suo Ispettore ha fatto la fortuna di Ystad, grazie anche alla trasposizione televisiva dei libri in questione: nella cittadina sono organizzati veri e propri tour -gialli- alla ricerca dei luoghi dei libri, in particolare i locali frequentati da Wallander.

Visita interessantissima, ben al di là del giallo, a soli 18 km da Ystad quella ad Ale Stenar, la cosiddetta Stonhenge svedese, l'impressionante cerchio di pietra sulla scogliera vista mare di cui si parla in uno dei  libri di Mankell, risalente forse al 500 d.C.

59 steli di pietra ancora in piedi a riprodurre lo scheletro di una nave vichinga, in un mistero che va al di là dello spazio e del tempo: 67 metri X 19- 1,8 tonnellate l'una- 2 pietre piu' alte, una a poppa una a prua, la prima a fronteggiare il mare, l'altra verso la terra, forse con funzione astronomica...



Nel cuore della -nave- sono stati ritrovati resti umani, ossa e ceneri, per cui una delle teorie piu' accreditate è che fosse una zona di cremazione e sepoltura.

Piu' a sud di Ystad  Loderup, il villaggio dove il padre di Wallander va a vivere comperando una casetta senza dir niente al figlio: la sua massima passione diventa qui la pittura, ma piu' che una passione, diventa quasi un'ossessione perchè dipinge sempre, su tutte le tele, lo stesso soggetto, boschi boschi e ancora boschi e in mezzo, a volte un gallo cedrone.

Il commissario Wallander è un eroe normale, un uomo comune che accanto all'intensa vita da poliziotto combatte anche una fitta serie di problemi familiari: il divorzio dalla moglie, la crisi poi rientrata dell'unica figlia, la malattia progressiva e la morte del padre e infine la stessa malattia ereditaria che gli piomba a poco a poco tra capo e collo fino a che dalla sua casa vede la nipote e... non ricorda piu' il nome della sua bambina adorata... (vedi "L'uomo inquieto")

La luce intensa  del sole nordico estivo, la luce morbida delle lunghe notti e il bianco della neve e del ghiaccio invernale, il rosso falun di molte delle sue case, il blu intenso o plumbeo del mare, il giallo dei campi di colza o il rosso di quelli di papaveri, la dolcezza della Scania....
insomma
 è un bel punto di partenza per conoscere e vivere e amare la Svezia.